Nel momento in cui CO2, argon, azoto e ossigeno vengono utilizzati nell’industria del food, divengono, a seconda dei casi, additivi, coadiuvanti tecnologici e ingredienti veri e propri. I gas sono, in tali circostanze, alimenti a tutti gli effetti. La precisazione si dimostra fondamentale per inquadrare le logiche di produzione e impiego: nella food chain, infatti, i gas sono soggetti alle normative di igiene e sicurezza specifiche per gli alimenti. 

Si parla quindi di gas normati, riferendosi con tale espressione a tutti i gas (alimentari, medicali…) che, rispetto a quelli industriali, sono soggetti a una specifica disciplina.  

In questo articolo, approfondiremo il tema dei gas normati, l’evoluzione della cultura in ambito alimentare e il ruolo che il Gruppo SIAD ha avuto e ha nel promuovere una nuova cultura sulla sicurezza dei gas alimentari nella filiera e divenendo, a tutti gli effetti, un’industria non solo chimica, ma anche alimentare.

Alimenti e gas normati: cosa sono

Prima di entrare nel dettaglio del quadro giuridico che disciplina la materia, è bene chiarire che sono gli alimenti dal punto di vista normativo e che cosa sono i gas alimentari. 

È il regolamento europeo 178 del 2002 a fornire una prima definizione dell’alimento

una qualsiasi sostanza prodotta, trasformata o distribuita per essere ingeritao che si prevede ragionevolmente che possa venire ingerita”.

Va di pari passo, la definizione di gas alimentari, secondo quando riportato da Assogastecnici

“i gas alimentari sono forniti all’industria alimentare come additivi, supporti o ingredienti a contatto con alimenti e come tali devono rispettare standard estremamente rigorosi per poter venire a contatto con gli alimenti e per poter quindi garantire la sicurezza alimentare”

Questa definizione pone immediatamente l’accento sugli standard, definiti da una serie di norme: tra i più recenti, citiamo il regolamento europeo 382 del 2021, secondo il quale “gli operatori del settore alimentare devono istituire e mantenere un’adeguata cultura della sicurezza alimentare, e fornire prove che la dimostrino”. 

L’indicazione non è da intendersi come generica, ma è mandatoria per tutti gli operatori del settore alimentare, gasisti compresi, che devono rendersi promotori della diffusione di una conoscenza specifica a tutti i livelli aziendali, dai dirigenziali agli operativi, prevedendo non solo percorso formativi ad hoc, ma anche verifiche e controlli per il rispetto di tale norma. 

Ciò non vale solo all’interno dell’azienda, ma anche all’intera catena di fornitura, poiché tutto ciò che viene a contatto con il gas alimentare deve essere certificato. 

La massima attenzione, dunque, è da riservare anche ai Materiali e oggetti a contatto con gli alimenti (MOCA) che, secondo il Regolamento europeo 1935/2004, si applica ai materiali e agli oggetti, compresi quelli attivi e intelligenti (qui di seguito denominati «materiali e oggetti»), allo stato di prodotti finiti: 

a) che sono destinati a essere messi a contatto con prodotti alimentari

b) che sono già a contatto con prodotti alimentari e sono destinati a tal fine

o

c) di cui si prevede ragionevolmente che possano essere messi a contatto con prodotti alimentari o che trasferiscano i propri componenti ai prodotti alimentari nelle condizioni d’impiego normali o prevedibili. 

Gas alimentari, quali sono? 

Tornando ai gas alimentari, i principali utilizzati nella food industry sono:

Utilizzati singolarmente o in miscele che ne combinano i benefici, sono parte di diversi processi produttivi, come ad esempio:

A seconda dell’utilizzo, i gas sono considerati: 

Gas alimentari normati: i principali riferimenti

Il quadro normativo che disciplina il settore alimentare e, di conseguenza i gas alimentari, è dato da un complesso di riferimenti nazionali ed europei, tra cui:  

A questa materia, più ampia sul settore alimentare, nel corso del tempo è stata elaborata una specifica sul tema dei gas alimentari. In particolare, Assogastecnici ha prodotto una serie di risorse specifiche, tra cui:

  • Manuale GHP:  Manuale di corretta prassi operativa per il settore dei gas additivi alimentari in applicazione del Regolamento 852/2004/CE sull’igiene dei prodotti alimentari
  • Position Paper:  Position Paper Assogastecnici Materiali e Oggetti a Contatto con Alimenti (MOCA)
  • Linea guida:  Linea guida per l’applicazione del Regolamento 2023/2006/CE sulle Buone Pratiche di Fabbricazione nel settore dei gas alimentari

In qualità di membro del comitato tecnico, il Gruppo SIAD ha avuto un ruolo di primo piano nell’estensione Manuale GHP. I documenti, nel loro insieme, promossi dall’Unione europea e approvati dal ministero della Salute, rappresentano oggi un punto di riferimento per chi produce e impiega gas nell’alimentare. 

Una posizione mantenuta anche a livello europeo, all’interno dell’EIGA, European Industrial Gases Association.

SIAD è (anche) un’industria alimentare certificata

Oltre a essere un gruppo chimico, specializzato nella produzione di gas, alla luce dell’esperienza maturata nel campo, il Gruppo SIAD è a tutti gli effetti un’industria alimentare. 

È, infatti, una tra le prime gas company ad aver ottenuto le certificazioni per la produzione di gas alimentare, che rappresentano un punto di riferimento mondiale in materia di igiene e sicurezza. 

Entrando nello specifico, i gas alimentari SIAD (oltre a tutte le tecnologie, contenitori e materiali della filiera intera al gruppo), rispettano requisiti normativi e certificazioni:

  • Haccp (Hazard Analysis Critical Control Point)
    Metodo di autocontrollo igienico finalizzato a tutelare la salute del consumatore. Tutte le fasi che vanno dalla produzione dell’alimento fino alla vendita al consumatore finale sono sottoposte ad attenta analisi, in modo da individuare i punti più a rischio per l’igiene del prodotto e adottare degli adeguati sistemi di prevenzione
  • Iso 22000
    Standard fondamentale per i sistemi di gestione della sicurezza nel settore alimentare. Consente a tutte le aziende coinvolte nella filiera di identificare con precisione i rischi a cui sono esposte e di gestirli in maniera efficace
  • Fssc 22000
    Schema di certificazione che si rivolge ai produttori agroalimentari e aiuta a raggiungere gli standard di sicurezza nei processi produttivi, lungo la catena di fornitura. Approvato dalla GFSI (Global Food Safety Initiative), è l’equivalente, per i produttori agroalimentari, degli standard tecnici BRC Food (British Retail Consortium) e IFS (International Food Standard), utilizzati nella GDO

A ciò, si aggiungono ulteriori certificazioni volte a dare una risposta certa alle richieste di idoneità alimentare religiose: